Il Comitato contro l’inceneritore Lucart replica alle dichiarazioni rilasciate al quotidiano il Tirreno in data 31/01/09 da alcuni abitanti del territorio favorevoli o possibilisti riguardo al progetto dell’inceneritore.
Si soprassiede alle dichiarazioni dello psicologo Picchi, il quale testualmente dichiara “mi fido di questa azienda” (la Lucart n.d.r.), perché sulla fede non si discute. Ci stupisce che non suggerisca di avviare direttamente l’incenerimento sulla parola, senza nessuna indagine preliminare.
Per quanto riguarda la mancanza di informazione ai cittadini, vogliamo ricordare che venerdì scorso, proprio a Diecimo, si è tenuta l’ennesima affollatissima riunione dell’inchiesta pubblica, promossa dalla Provincia, dove esperti di fama nazionale hanno dato ulteriori e approfondite spiegazioni e chiarimenti, laddove richiesti dai cittadini, su tutta la problematica dell’incenerimento.
Infine vorremmo (ma non possiamo per dovere morale e amore per la verità) stendere un velo pietoso sulle dichiarazioni del farmacista Sodini, contraddittorie e superficiali, quasi imbarazzanti: (leggi tutto)
Sodini dichiara che “La salute deve essere messa al primo posto”, ma poi si abbandona a sproloqui a favore dell’incenerimento con motivazioni inconsistenti, frutto indubbiamente di una sua scarsa conoscenza delle problematiche per la salute umana connesse all’incenerimento dei rifiuti...e che rifiuti!
Gli suggeriamo di studiarsi con attenzione le 435 ricerche scientifiche che provano la grande pericolosità degli inceneritori. In particolare quella della FAO e quella dell’Istituto Statale di Sorveglianza Sanitaria Francese dal quale si evince che “nelle popolazioni che vivono in prossimità di impianti di incenerimento dei rifiuti è stato riscontrato un aumento dei casi di cancro dal 6 al 20 per cento”.
Quanto al suo accostamento tra l’inquinamento prodotto dal traffico e quello da inceneritori, gli ricordiamo che dai documenti ufficiali della Commissione Europea emerge con chiarezza che in Italia gli impianti di incenerimento producono il 64% delle diossine totali mentre il traffico stradale ne produce solo l’1,1%. Le diossine, come certo saprà il Sodini, sono tra gli inquinanti più persistenti e a maggiore potenziale cancerogeno.
Per quanto riguarda gli inceneritori “modello”, tra cui quello di Vienna citato da Sodini, riteniamo doveroso informarlo che a Vienna i vini prodotti nelle colline circostanti hanno perso il loro marchio D.O.P., a Pietrasanta sono stati registrati numerosi sforamenti di diossina e altri pericolosi inquinanti e sono in corso indagini della magistratura su numerose falsificazioni di dati, a Brescia l’inceneritore “sta inquinando l’intera Lombardia. A Brescia non c’è un solo allevamento di bovini che sia senza diossina”, come dichiarato, in base a dati raccolti, dal primo ricercatore del Cnr di Roma, Ennio Italico Noviello.
E per concludere vogliamo sfatare la leggenda che gli inceneritori portino conseguenze positive a livello economico: i danni alle piccole e medie imprese che operano sul nostro territorio nel settore turistico, agrituristico, agricolo ed edilizio sarebbero incalcolabili.
L'economia della Valle non è solo Lucart, anche se importante.
Invece i danni da inceneritore per la salute sono oggi dettagliatamente calcolabili con un algoritmo fornito dall’UE, che ad esempio stima in 1.480.000 euro la perdita economica per danni alla salute causata ogni anno da un inceneritore come quello di Brescia.
Grande preoccupazione dovrebbero suscitare in ogni persona di buon senso i dati recentissimi sull’incidenza di cancro nell’infanzia in Italia pubblicati dall’AIRTUM (Associazione Italiana Registro Tumori) Rapporto 2008. Il cambiamento percentuale annuo risulta più alto che in Europa e negli Stati Uniti per tutti i tumori infantili; addirittura per i linfomi l’incremento è del 4,6% annuo a fronte di un incremento in Europa di solo lo 0,9%.