Stupore e preoccupazione leggendo il comunicato della Coldiretti a proposito della vicenda Alce.
In tale comunicato si leggono una serie di numeri a proposito della disponibilità della biomassa, ossia legname che deve costituire la filiera corta per alimentare l’impianto Alce, che sembrano più che altro "numeri al lotto", in quanto non ci risulta una così grande quantità economicamente e soprattutto continuativamente disponibile e sostenibile.
A meno che la Coldiretti abbia immaginato una collocazione dell’impianto ALCE nel centro della foresta Amazzonica.
A noi per esempio risulterebbe che dallo studio Enea-Università della Tuscia emerga con chiarezza che la stima della produttività accessibile media nella Provincia di Lucca non superi le 27.071 t/annue, e quella di una produttività economicamente sostenibile (sempre nella provincia di Lucca) 36.764 t/annue.
Con tutta probabilità sarebbe oltremodo utile, anzi necessario, che chi dichiara certe cifre, prima di dire qualunque cosa, assumesse tutte le necessarie informazioni. In caso contrario il silenzio sarebbe d’obbligo per non disorientare completamente chi legge.
Questi che forniamo sono dati pubblici e facilmente accessibili: crediamo perciò, consequenzialmente, che sarebbe corretto che anche Coldiretti indicasse la sua fonte, come abbiamo fatto noi.
Inoltre, richiamando le considerazioni espresse nel P.I.E.R. Toscana, si ritiene che l’impianto ALCE sia in contrasto con le direttive del piano Regionale, il quale suggerisce:
a) che le dimensioni degli impianti debbano essere, di norma, di piccola e media taglia, al fine di garantirne la sostenibilità.
b) che l’aspetto gestionale debba essere garantito attraverso l’utilizzo delle risorse locali, e di questo dubitiamo.
Inoltre, sotto l’egida della Coldiretti si riconoscono e promuovono tutti quei prodotti da filiera corta caratteristici della nostra valle, che un impianto di simili proporzioni danneggerebbe in modo pressoché irrimediabile, visto che l’impatto sull’ambiente della centrale termica in progetto sarebbe molto consistente e devastante.
Per finire, il problema occupazione è sentito anche dai Comitati, che pensano possa essere difesa anche utilizzando soluzioni alternative alla combustione, come peraltro abbiamo più volte proposto senza che alcuno lo prendesse in seria considerazione.
Ma poi, questi posti di lavoro così numerosi di cui parla l’articolo, sono regolati da veri e propri contratti o frutto di ipotetiche e future promesse?
Comunque non è da sottovalutare, anche se citato per ultimo e spesso dimenticato da molti, l’aspetto legato alla salute dei cittadini che vivono nella valle, perché si parla sempre di aspetti occupazionali dimenticando che il lavoro è sì importante, ma certo non lo è di meno la salute: ambedue devono necessariamente convivere, nella giusta logica di uno sviluppo pienamente sostenibile e rispettoso della vita e dell’ambiente.
Comitato Ambiente Diecimo-Valdottavo
Comitato Ambiente e Salute Borgo a Mozzano-Bagni di Lucca
Comitato Ambiente Fornoli